Le variabili di tracciato sono molte; i tracciati pure; mi sforzo costantemente per la max. leggibilità e soprattutto di evidenziare i fattori che appaiono più determinanti (ciò che a sua volta dipende dall'averli individuati…); quindi occorre pazienza e perspicacia, per saper vedere tra le righe anche quello che io stesso non vedo. In ogni caso i criteri di selezione dei parametri e di tracciamento sono ben lontani dall´essere maturi. Prima di tutto, lo stesso arco di tolleranza angolare è tutt´ora un´opzione; dai 7° o 8° adottati, può essere ampliato a 10°, forse anche ai 12°: ciò può variare abbondantemente la prospettiva d´indagine, amplificando le finestre orarie efficaci e di conseguenza la somma o interazione delle varie forze in atto.
In un insieme di tale complessità e contemporaneità, estrapolare le componenti utili e ripetitive rappresenta una vera sfida. Le tracce infatti, come pure gli Aspetti, non hanno tutte lo stesso peso, per quanto riguarda i terremoti: occorre distinguere quelli distruttivi veri e propri da quelli che generano per lo più consonanze armoniche le quali, secondo i tipi di pianeti coinvolti, possono a loro volta sfociare in un evento, o alimentarlo; è una logica che potrà esulare dai criteri scientifici, ma quando ci si trova al buio anche una candela può servire.
Gli eventi sismici rimarcano regolarmente dei presupposti astrali che è almeno in parte possibile elencare; ma è assai più facile dall´evento risalire alle dominanti che non il percorso inverso, anche perché, come ho rimarcato spesso, nella scelta di luogo ed effetto entrano in gioco fattori collegati all´orizzonte terrestre, che costituiscono variabili per ora inesplorate.
Ne deriva che non sempre i sismi sono caratterizzati a sufficenza dai soli Aspetti tra pianeti, in quanto il loro sintonizzarsi entro margini di tolleranza validi con i quattro angoli del panorama terrestre acquista priorità a loro volta insondabili allo stato di avanzamento attuale.
Vi sono per contro Aspetti la cui durata si estende a giorni interi, il cui grafico di poco inclinato tende ad essere trascurato, mentre rappresenta una dominante forte e presente, al cui status altri astri sintonizzano le proprie relazioni.
Inoltre gli Aspetti affini al Trigono (30, 60°, 150°) tradizionalmente considerati costruttivi e benefici, non giocano un ruolo primo piano, se non in sinergia a discordanze astrali di carattere Quadrato o ad impulsi di trasformazione connessi ai Quintile, che in parole semplici in certe configurazioni possono amplificare.
In altri termini si può dire che un Aspetto di tipologia Trigono non potrà mai da solo causare un terremoto, mentre uno di Quadrato (l´Opposizione ne fa parte) può, e vale anche per il Quintile, finalizzato alla trasformazione e al movimento, pur mancandogli l´aggressività del tipo Quadrato. In astratto ciò dovrebbe rendere l´idea con sufficente obbiettività; benché sia quasi impossibile riscontrare la presenza di soli Trigoni o Quadrati in un tema, se non ne siete convinti, provate a farvi venire un mal di denti sotto un solo transito di Trigono… poi fatemelo sapere.
Una regola generale di cui tener conto è quella per cui gli effetti maggiori di ogni Aspetto dovrebbero attendersi a culminazione avvenuta ossia nel tratto di curva discendente; questo perché naturalmente un determinato genere di potenziale energetico sarà maturato e si sarà accumulato al massimo, prima di esprimersi e scaricarsi.
La rapidità, potremmo dire simultaneità, degli influssi planetari riscontrati nei grafici, suggerisce un´immagine ben diversa da quella dei flussi di maree, più o meno fluide: la vedrei piuttosto come quella del passaggio di cariche di qualche tipo da un polo all´altro di un´ipotetica apparecchiatura multipolare in perpetuo ricambio; o di onde capaci di tradursi in cariche una volta raggiunto un traguardo.
È solo un esempio, ma richiama a sua volta l´idea che l´energia tragga origine dal moto rotatorio di ciascun pianeta, vuoi dal “momento orbitale”, ma non dalla sua massa.
Si contrappone così un concetto di elevata dinamica e leggiadria, se mi si consente il vezzo, ad uno molto ma molto più statico e greve; è pur vero che i terremoti appartengono più a questo secondo, ma forse solo alla nostra mente: in effetti, l´idea di placche tettoniche smisurate, dell´ampiezza di continenti ed oceani, che migrano avvolgendosi intorno al globo mi lascia pensare in termini di leggerezza, più che non il contrario.
Secondo me, quelli che la terra recepisce soprattutto non sono gli impulsi derivanti dal semplice spostamento orbitale, benché le stesse variazioni insite nel moto ellittico sortiscano effetti precisi e misurati sull´accelerazione rotatoria della Terra. Sono piuttosto gli effetti dei rapporti angolari che si stabiliscono di tempo in tempo, intendo moduli esatti del cerchio, poiché gli archi dai quali deriva una suddivisione intera costituiscono delle fasi (basta scorrere la definizione di questo termine, data da un buon vocabolario, o enciclopedia, per addentrarsi in un mondo percettivo sconfinato; ne citerò solo una, minima ed essenziale, dal dizionario Devoto-Oli:)
-testo-
2. Ciascuno dei momenti caratteristici e differenziati di uno
svolgimento continuo: le varie f. della malattia; le f. di una
lavorazione, di una partita, di un negoziato.
-etim-
Dal greco phásis `apparizione', derivato del tema di phaínomai `mostrarsi, apparire'.:
(c)1990, Casa Editrice Felice Le Monnier S.p.A., Firenze
le quali, chiudendo il circolo alla prefezione ingenerano risonanza; e la Terra, al pari di ogni altro corpo risuona.
Vorrei poter approfondire i dettagli teorici come meritano, ma non si può fare tutto in una volta e qua dilungarsi significa abbandonare troppi altri argomenti già in coda; sono comunque disponibile ad andare oltre, qualora ve ne fosse supporto competente e motivato.
In fondo è quello che sto già attuando da tempo.
Potrà aiutare una scorsa ad alcuni brani ed esempi introduttivi, che figurano in un mio saggio risalente al 1992, già utilizzato e presentato a fine pag. sulle Orbite degli aspetti. Si tratta di una visione indubbiamente soggettiva e discutibile, ma l´alternativa più diffusa in fatto di aspetti angolari è il non saperne quasi niente.
Rimane aperto in ogni caso il doverla spiegare tale immediatezza di interazione, per me del tutto scontata ma, a parte un certo tipo di esperimentazione personale, solo a fronte di dati oggettivi.
Se si potesse fare un salto indietro nel tempo, portandosi dietro un televisore funzionante, e lo si accendesse sotto gli occhi ed orecchi ad es. di uno scienziato del Rinascimento - a parte i commenti sulla qualità dei programmi - penso che la sua prima convinzione sarebbe quella che audio e video appartengano e siano originati dall´apparecchio stesso, traendo inizio e fine dall´uso dei suoi pulsanti, collegati a qualche diavoleria interna. In un certo senso non avrebbe tutti i torti; ma sarebbe assai arduo rendergli comprensibile il fatto che non tutto è racchiuso lì, nonché la vera provenienza e natura dei segnali che l´hardware capta e converte.
Il tradursi di tali forze in movimenti di subduzione o altro è un processo che interviene soltanto in seguito, al momento in cui il segnale energetico investe la sfera materiale, placche o magma sotterraneo, o anche l´atmosfera (secondo la teoria del Prof. Sassara), pur reagendo tutti i casi con la velocità di una deflagrazione ed è, almeno nei primi due, oggetto di geofisica.
Il modo di rilasciare impulsi dipenderà dalla natura iniziale del rapporto planetario, o della sommatoria di rapporti instaurati e trasmissibili nello stesso momento, probabilmente riconducibili al prodursi di frequenze.
Antenne riceventi del pianeta comunque sembrano quelle che chiamo le “parti terrestri”, ovverosia i quattro punti cardinali - e pertanto sensibili - originati dall´orizzonte e meridiano: Ascendente-Discendente e Medio Cielo-Fondo Cielo, più l´Equidistanza di Luna-Sole dall´Ascendente, e la stessa Luna - da intendersi più come parte propria del sistema Terrestre che del sistema solare, non fosse altro per il fatto che ruota sola intorno al suo pianeta - nonché il Nodo Lunare.
Per sottolineare i caratteri primi degli impulsi derivanti da tali relazioni angolari tra un´orbita e l´altra, con particolare riferimento al nostro topico, ripeterò in termini stretti quanto descritto alla pag. sul significato degli Aspetti: gli angoli di tipo quadro provocano attrito ove quelli di tipo trino garantiscono coesione tra le parti; dei tre il tipo pentagonale, il più vicino al cerchio, imprime il movimento,. Sono modalità e parametri espliciti e fondamentali, che si mescolano nella danza incessante dei rapporti orbitali.
Sia detto a prescindere dalla tempistica che, anche nel caso di trasferimento di tipo ondulatorio, privo di effetti di rallentamento conseguenti le leggi di gravità e le maree, comporta un ritardo probabilmente raffrontabile al problema di “light time correction” del quale ho dato cenno a fine scheda info del 23 Sett
Il segreto da scoprire è la modalità in cui determinate forze si combinano al variare del senso di rotazione (dal punto di vista terrestre anche retrogrado) e della velocità e perché si scaricano su di un luogo con una rispondenza di minuti o addirittura di secondi e su tanti altri no; quali siano i fattori preferenziali, ossia che combinano ai sistemi di coordinate locali le [apparenti] pressioni-attrazioni planetarie, incanalandone il flusso in modo privilegiato.
Dico apparenti, poiché di fatto non credo proprio che tutto ciò poggi su princìpi gravitazionali.
La priorità di Giove, sostenuta dal Sassara e non meno da Bendandi, dipende dalla sua massa; ma se fosse questa a sommuovere certi movimenti di falde, i pianeti esterni non avrebbero alcuna chance apprezzabile di intervenire, date le moli esigue e le distanze sproporzionate; senonché si dimostra assolutamente vero il contrario.
Quella teoria già di per sé solleva le obiezioni di vari studiosi e, forse, in questo diniego hanno ragione. Ciò non toglie che con il solo negare non si facciano passi avanti, laddove Bendandi è il solo che ne abbia fatti in quanto ad eventi sismici, a memoria d´uomo.
Penso anch´io, dalla mia modesta scrivania, che le forze gravitative correlabili alle leggi conosciute siano quasi ininfluenti; in ogni caso non di primo piano e che vi sia ben altro da scoprire, dal momento che decine di sismi si manifestano con ripetuta - e posso ormai dire inevitabile - rispondenza ad argomenti estranei a quelli fino a ieri postulati da qualsiasi fonte.
A monte di tali lacune infatti, e delle stesse idee sopra esposte, i casi previsti e in qualche misura prevedibili si moltiplicano quanto basta ad avermi sospinto fin qua, scavalcando per documentazione anche le teorie più inoltrate, come quelle citate del Prof. Sassara e dello stesso Bendandi che, pur prevedendo davvero dei terremoti (non tutti, come ha dimostrato stranamente proprio quello di Spagna, con un´impronta astrologica da manuale), conservava una visione ristretta ad un ridotto ventaglio di pianeti (quando non ne ha introdotti di suoi per ora inesistenti), o condizionata dalla loro massa e relative forze di attrazione.
I flussi di marea sono stati senza dubbio una grandiosa ispirazione, ma costituiscono solo un primo passo, indicativo di una direzione da seguire non tanto come una strada, ma piuttosto come un ponte.
Si tratta di stabilire se si vogliono aprire gli occhi o se si preferisce tenerli chiusi fino a che si può, per così dire.
Arrendersi all´evidenza dovrebbe poter essere un traguardo facilmente raggiungibile, e invece si dimostra affatto aleatorio; ma anche i freni si consumano.
Prima o poi bisognerà arrendersi… anche se non conviene.
Finalità ed apparato strumentale
Mi sto quindi sforzando di conglobare gli argomenti che emergono, in una prospettiva che conduca ad una formulazione organica; non è compito semplice e di tutti i giorni,
Nel mentre, si rende sempre più necessario disporre di quadri chiari delle varie situazioni, dal momento che quel che si scorge non lascia affatto dubbi sulle interazioni astrosismiche; senonché il loro approntamento richiede tempo, tanto tempo.
I dati delineati si alternano e si accavallano e sovrappongono: è inevitabile, data l´imprevedibilità e gli spazi nei ritmi di ore e minuti; ho preferito riunirli il più possibile per la massima comparabilità, anche se a volte questa modalità presenta controindicazioni: i punti in moto sono 11 e ben 13 le reciproche angolazioni di interesse; dunque sarebbe poco pratico separare un grafico per ogni singolo caso.
Il tutto raddoppiato dall´esigenza di sincronizzare la planimetria geocentrica e quella eliocentrica, poiché gli stessi corpi orbitanti, a mio avviso e dalle ricerche fin qua sviluppate, non mancano di sommare, se non combinare, sia la loro influenza diretta sulla Terra, che l´equilibrio globale del sistema tramite la massa solare.
I diagrammi stessi potranno avallare o smentire questa prima “impressione”. Ad ogni buon conto, per risolverne l´apparato grafico, sono partito da due insiemi di curve: sul lato destro quelle dei rapporti orbitali visti dalla Terra; sul sinistro gli altri, specularmente; una variante consentiva di orientarli tutti verso il lato destro della pagina ma in seguito ho risolto di separare i lunari da quelli planetari sul lato di Terra - portandoli tra i due gruppi, sopra la lista dei simboli sismici - conferendo all´insieme maggiore trasparenza; a questo punto capovolgere quelli solari non avrebbe più senso. Del resto, come ho premesso, le curve sommatorie non a tratti debbo avere spazio libero, a costo di fuoruscire dal quadro. Per ora mi atterrò a questo schema.
Nonostante la cura dispensata nei particolari, per garantire una visione efficace le rifiniture non bastano mai; ma se mi dedico a questo lato della programmazione (perché qua non si tratta di semplice ritocco a delle immagini), non pubblico più. Persino la gestione dei nuovi capitoli mi sta creando seri grattacapi, poiché è facile iniziare, ma quando i mesi si moltiplicano se l´impostazione non è adeguata sono dolori. Perciò chi legge sia comprensivo, nel caso in cui si imbattesse in variazioni inattese degli impianti iniziali.
Al momento la distribuzione di colori e tratti distintivi è riassunta in una tabella, che compare ad ogni inizio di PDF multipagine. mentre i pianeti sono caratterizzati da un colore, gli Aspetti sono raffigurati da differenti tratteggi, più o meno scanditi secondo la tipologia: recano i colori corrispondenti ai due pianeti interessati, in doppio sovrapposto (sopra quello in genere più rapido), talché anche senza inquadrarne la dicitura sia possibile seguirli con precisione. Con maggior respiro, mi riprometto di meditare meglio sulla loro conformazione, rendendola più intuitiva. Ad ogni modo la definizione dell´Aspetto in corso è riportata in genere vicino al suo culmine, con i sottostanti gradi e primi di declinazione.
Fortunatamente il PDF - vero capolavoro editoriale - ci viene in aiuto, consentendo un livello di zoom-vettoriale, chiarificatore in ogni circostanza.
Importante anche la possibilità di ruotare la pagine così da renderne orizzontale la visione; e di scorrerle affiancate in modo continuo, per seguire ogni andamento ad ampio raggio. come base ho scelto lo sviluppo verticale poiché è il naturale e solo svolgimento dello scroll (scorrimento pagine) e consente di applicare i titoli di ciascun evento sulla linea corrispondente al tempo, normalmente leggibile (sovrapposizioni permettendo; in ogni caso non vi sarebbe modo di disporle in [pag.] orizzontale). Ricordiamo che porzioni di immagine al livello di dettaglio voluto possono essere delimitate dal selettore grafico e ricopiate in un programma di gestione bitmap.
La pagina è quadrata per contenere le linee continue e sottili (non a tratteggio) che sono la sommatoria delle rispettive categorie: si espanderebbero fino a debordare, perciò la loro altezza (asse -x) è ridotta al 50% restando immutato il fine di verificarne il saliscendi. Con le varie opzioni offerte dai programmi di lettura, può essere inquadrata anche solo la parte utile, riducendo la finestra con un risultato simile a questo:
vi si leggono due pagine contigue, grazie alle opzioni: dopo Rotate Counterclockwise (rotaz. antioraria) spuntare: View/ Fit width | Continuous facing, (Vista/ Adatta larghezza, Continuo, pagine affiancate); è solo un esempio basato su Acrobat 5.5; versioni più recenti potranno offrire opzioni diversificate, ma corrispondenti. La singola pagina può essere visionata orizzontalmente in tutta larghezza (Fit width) sfruttando appieno lo schermo e tagliando fuori le parti meno interessanti.
Le pagine giornaliere comunque sono in link individualmente, in finestre separate onde permettere la completa maneggevolezza e la visione a pieno schermo, sia in un Lettore (Reader) autonomo che inglobato nel browser. In quest´ultimo caso va tenuto presente che le opzioni di scorrimento pagine saranno quelle predisposte nelle Preferenze del programma autonomo, esternamente al browser (almeno nelle versioni che sto testando). Con agenti di navigazioni aggiornati si potrà scegliere se aprirle in scheda o [meglio] in finestre separate; giostrando con le varie modalità diverrà poi possibile accostarle come nell´ esempio visto sopra, o anche verticalmente.
Vediamo allora, tanto per cominciare, quelle del 6 e del 7 Ottobre, che si completa mentre sto scrivendo. Le lascio unite in un unico PDF.
Oct. 14, 2011

Ho aggiunto qua e là una curva (nera e più spessa, può sovrastare le scritte) che ad oggi rappresenta la somma di tutti i valori raggiunti minuto per minuto dai rapporti angolari tra le sfere, eliocentrici e geocentrici: può aggiungere un confronto con la distribuzione generale, ferma restando la quasi certezza che vi siano forze d´influsso che si sommano tra loro, ma forse altre che si elidono.
In altri termini scandiscono la somma lineare di varie curve ad ogni intervallo di tempo, ma non rappresentano la risultante di loro direzioni e reciproci momenti di rotazione angolare ed orbitale; è solo l´inizio ed è rudimentale, ma offre la veduta da una prospettiva necessaria e proficua.
Non tutti gli eventi risponderanno alle curve in modo univico ed esclusivo: episodi importanti si troveranno come isolati dalle varie fasce orarie di picco, trovando spiegazione - nei diagrammi singoli - per la connessione di parti locali (coordinate al minuto di epicentro etc.) a transiti lenti ed Aspetti importanti, di cui è tutt´ora impossibile prevedere la formazione, per motivi se non altro pratici.
Tuttavia è fondamentale rilevare nell´andamento generale una tendenza ad addensarsi, se non a coagularsi, giacché le curve scivolano una nell´altra, dei vari casi o sciami intorno alle zone critiche più o meno evidenti, ma presenti e dunque indici chiari di qualche campo.
Forse un giorno…
Le curve sommatorie [continue] qua rappresentate sono soltanto somme indifferenziate di altre curve, i cui singoli Aspetti andrebbero relazionati di caso in caso secondo una distinta
e dunque sono solo parzialmente significative, pur dispensando a loro volta indicazioni preziose, in un numero di casi sufficente a giustificarne l´esame; e per ora è questo che ci interessa.